Divina by Patrizia Tamà

Divina by Patrizia Tamà

autore:Patrizia Tamà [Tamà, Patrizia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-01-26T12:00:00+00:00


27

Atene, febbraio 1900

José Schürmann non bussa neppure. Si fionda nel camerino della Duse con un diavolo per capello. Dire che è sconvolto è poco. Lui, di solito così controllato, sembra fuori di sé. Paonazzo e sudato, giunge da lei ansimante e butta sulla toeletta un malloppo di pagine vergate con un inchiostro violaceo che Eleonora conosce bene.

«Gabriele ha voluto che lo leggessi. Ha chiesto il mio parere. Ebbene, io dico che è scandaloso! Se questo romanzo verrà pubblicato sarà la tua rovina! È vergognoso il modo in cui descrive la vostra intimità! Perché è evidente a tutti che tu sei la Foscarina e lui è il protagonista, Stelio Effrena. E sono inaccettabili la crudezza e la cattiveria con cui ti rappresenta. Ma cosa gli è saltato in mente?»

La Duse fissa le pagine sparse tra spazzole d’argento e piumini di cipria senza dire nulla. Sospira, evitando lo sguardo inquisitorio del suo impresario.

«Ma l’hai letto? Hai idea delle cose sordide che ci sono scritte?»

Lei non risponde, scuote la testa in segno di diniego.

«Ti ha resa più vecchia, una vecchia cadente. Una grande attrice, sì, ma asservita completamente a lui.»

«Non so cosa dire, José...»

«Allora leggilo. Leggilo bene, fino in fondo. Intanto io dirò a D’Annunzio che Il fuoco così com’è non può essere pubblicato. Deve bloccarlo! Altrimenti passeremo alle vie legali.»

Schürmann esce con la stessa impetuosità con cui è entrato. Lei rimane sola con quei fogli che scottano e che già le hanno sbriciolato il cuore in mille coriandoli. Ha già letto tutto, o quasi. E spesso ha addirittura vegliato su quelle pagine.

Dopo la lite furiosa di Zurigo lei ha deciso di fare come ha sempre fatto: proteggere la creazione dell’artista. Così nelle ultime settimane a volte la sera, alla Capponcina, se ne stava davanti alla porta dello studio di D’Annunzio, dritta in piedi, l’orecchio accostato al legno per udire il soffio della penna d’oca sulla pagina. La confortava quel rumore sottile, indizio del lavorio dell’artigiano. E lui, intento a una revisione cruciale dell’opera, era felice che lei fosse lì, come un angelo custode. Poi le passava le pagine ancora calde dello sforzo dell’artefice.

«Dimmi, mia musa... Dammi la sola parola definitiva...»

Voleva che lei sapesse, pregando in cuor suo per un’assoluzione che era consapevole di non meritare.

A ogni brano letto lei è stata percossa dalla potenza narrativa del suo amante, presa a pugni nelle ossa dalla sua lucidità spietata. Ha riconosciuto in lui il vampiro. Ma un vampiro magistrale, un genio della narrazione e dello stile.

Per questo non ha saputo replicare nulla davanti alla foga del suo impresario, perché lei stessa sta affrontando una dura lotta interiore. Da un lato il pudore, l’amore di se stessa. Dall’altro l’Arte. E all’Arte lei ha donato tutta la sua vita, ben prima di incontrare il Vate.

Prende in mano una pagina.

La donna gli pesava sopra con tutto il suo peso, lo teneva allacciato e coperto, premeva la fronte contro l’omero di lui, nascosta il volto, soffocatamente, con una stretta che non si allentava mai, indissolubile come quella del cadavere quando le sue braccia s’irrigidiscono intorno al vivente.



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